C’è stato un tempo in cui evocare il Chievo rimandava a sentimenti positivi. Nella Serie A dei bilanci in rosso, dei finti passaporti, della delinquenza sulle tribune, il quartiere di Verona che nel 2001 conquistava per la prima volta la massima categoria aveva qualcosa che indubbiamente riconciliava con il pallone.
I mussi volanti, il presidente con l’aria da Harry Potter, il 4-4-2 di stampo fergusoniano, l’insieme di ex-promesse non mantenute che grazie alla chimica di squadra riusciva a fare lo sgambetto alle grandi: i clivensi al loro approdo in A portarono aria nuova, aria buona. Intendiamoci, lo sappiamo benissimo tutti che il giornalismo, italiano ma non solo, nell’epoca attuale è marcatamente orientato verso la sciocchezza, mai timido di fronte ad una frase fatta o ad allegorie irreali, e che quindi parte del racconto che ha circondato la squadra scaligera è quantomeno infiorettato.
Cionondimeno, una realtà come quella del Chievo al tifoso italiano permetteva di respirare in un clima pallonaro decisamente soffocante. Pia illusione? Plausibilissimo, ma intanto era comunque un toccasana.
Ecco più di vent’anni dopo, tutto questo è sparito. Tra carte bollate e libri contabili, i gialloblù nel 2021 non hanno potuto iscriversi ai campionati professionistici, pur continuando l’attività giovanile, ed operando in regime di esercizio provvisorio al fine di mantenere il titolo sportivo. Il presidente Campedelli, nel frattempo a livello mediatico è passato da Harry Potter a mago delle plusvalenze fittizie, ha sempre respinto ogni accusa e nel frattempo ha tentato una fusione con due squadre per far ripartire immediatamente la sua creatura.
Allo stesso tempo, però, nel 2021 l’ex-capitano clivense Sergio Pellissier ed Enzo Zanin, capo della divisione sportiva del polo di consulenza manageriale Phoenix Capital Iniziative, hanno formato la squadra FC Clivense. Colori biancoblù (come il Ceo dell’inizio), nel 2023 la squadra ha vinto il campionato di Eccellenza ed è stata promossa in Serie D, dove il percorso finora è andato un po’ a strappi, in alcuni periodi benissimo, altri malino.
Pellissier e Campedelli in questi tre anni si sono beccati a distanza, soprattutto a causa della pervicacia di quest’ultimo nel voler mantenere il timore su uno dei gioielli di famiglia. Ora, tuttavia, pare aprirsi uno squarcio di luce: la squadra di cui il fu Harry Potter è presidente onorario, nei giorni scorsi, ha infatti dichiarato che non ha più interesse all’eredità dell’Associazione Calcio ChievoVerona.
Alle 12 del prossimo 10 maggio, all’asta per il retaggio del Chievo, di fronte a Pellissier potrebbe dunque aprirsi una prateria, che gli permetterebbe di acquisire quel marchio a cui intende ridare lustro. È già stato infatti siglato un business plan concreto, mentre l’obiettivo resta quello di un ritorno in A nel 2028. La parola d’ordine dell’ex-bomber valdostano è “calcio pulito”: che si stia profilando all’orizzonte un’altra favola?