Riscopriamo i nomi in disuso dei papi

Leone. Un nome che evoca forza, energia, fuoco inestinguibile, determinazione, dominio del proprio regno.

Eppure un primo approccio Robert Francis Prevost, sembra tutt’altro. Una persona riflessiva, posata, che parla chiaro ma in maniera gentile.

È un agostiniano che si muove nel solco della tradizione, rinnovandola piuttosto che rompendo con essa. Prova ne sia il fatto che ha adottato un nome classico, che fu usato per l’ultima volta da papa Pecci, pontefice dal 1878 al 1903.

Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: quali sono i nomi pontificali attualmente in disuso? Proviamo a fare una cernita.

Il primo che viene in mente è Pio. Un nome che evoca san Pio V, papa della battaglia di Lepanto, così come i Pio IX, X, XI e XII che hanno segnato l’Ottocento e il Novecento.

Il ricordo legato in particolare a papa Pacelli è stato purtroppo inquinato da ingenerose ed infamanti critiche ex-post legate al suo ruolo nella Seconda Guerra Mondiale. Forse per questo l’unico che al momento ha potuto evocare un Pio XIII è stato… Paolo Sorrentino.

Proseguendo, non si può invece non menzionare Gregorio. Nome che rievoca San Gregorio Magno, dottore della Chiesa che obtorto collo fu eletto vescovo di Roma, sapiente al punto da rientrare tra i Dottori della Chiesa, così come si può dimenticare Gregorio XIII, riformatore del calendario. L’ultimo ad assumere tale nome fu Gregorio XVI (1831-1846). Papa Cappellari promosse missioni nel mondo (Africa, Asia, Americhe) ed incoraggiò una formazione di alto profilo per il clero.

Da riscoprire è altresì Clemente. San Clemente I, per dire, èconsiderato tra i primi padri apostolici e conobbe il martirio sotto l’imperatore Traiano.

Sotto Clemente V, invece, iniziò la cosiddetta “cattività avignonese”, mentre Clemente XI e Clemente XII furono grandi promotori delle arti. L’ultimo dell’elenco, Clemente XIV, è spesso menzionato per la (momentanea) soppressione dei gesuiti.

Quando si parla dei papi di nome Alessandro, invece, il pensiero corre subito a Rodrigo Borgia, Alessandro VI. Il suo mandato nacque sotto il segno dello scandalo e così proseguì, ma fu anche caratterizzato da miglioramento dell’urbanistica e sostegno alla cultura rinascimentale.

Anche Alessandro VII e Alessandro VIII furono mecenati. Il primo promosse la realizzazione del colonnato di Gian Lorenzo Bernini in piazza San Pietro, il secondo i lavori nei Musei Vaticani.

Bernini fu altresì supportato, inoltre, da un altro pontefice il cui nome è caduto in disuso: Urbano VIII. Il suo predecessore, Urbano VII, è ricordato per il papato più breve di tutti: solo tredici giorni, a causa della morte dovuta alla malaria.

Urbano IV istituì invece la festa del Corpus Domini (1264). Con tale ricorrenza si voleva rafforzare la devozione per rispondere ai dubbi in merito alla reale presenza di Cristo nell’eucaristia.

Sono stati solo cinque, invece, i Niccolò. Il primo, san Niccolò Magno, è ricordato per essersi opposto ai tentativi di interferenza della Chiesa da parte dell’imperatore.

La sua opera fu perseguita, ancorché due secoli dopo, da Niccolò II, che per il medesimo fine istituì l’elezione del papa ad opera dei soli cardinali. Niccolò V, invece, è considerato uno dei primi papi umanisti, avendo sostenuto il Rinascimento e stimolato la traduzione di testi classici.

Pur ordinario tra la gente comune, Stefano è invece un nome altro caduto in disuso (da circa un millennio) tra i successori di San Pietro. Stefano I fu un martire, mentre Stefano II pose le basi per la nascita dello Stato della Chiesa.

Molto più di recente, invece, l’adozione di Martino. Un errore storico fece registrare i papi Marino II e III come “Martino”, da qui il Martino V pur essendocene stati, di fatto, solo tre.

Del Settecento, invece, l’ultimo papa a chiamarsi Innocenzo, per la precisione Innocenzo XIII. Il suo mandato fu segnato da una politica di neutralità in merito alle questioni politiche europee.

Andando più indietro troviamo invece Innocenzo V, primo domenicano e primo francese a salire sul soglio petrino. Innocenzo XI ed Innocenzo XII si segnalano invece per una serie di riforme interne, entrambe volte ad implementare nella curia romana una maggiore etica.

Insomma, la ricca storia dei vicari di Cristo offre spunti alquanto interessanti. Chissà se i futuri pontefici oseranno sfogliare le pagine dei loro predecessori e scuotere dalla polvere il ricordo di qualcuno di quelli che al momento sono stati riposti in un cassetto.

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