Nell’attuale visione razionalista siamo abituati a pensare alla storia e al folklore come due ambiti decisamente distinti. Anzi, talvolta possono sembrarci persino antitetici.
La storia viene concepita come un percorso lineare, irripetibile ed incontestabile. Le fiabe, viceversa, sono caratterizzate da topoi che tendono a ripresentarsi.
La realtà, tuttavia, è decisamente più stratificata, più complessa, perché il percorso umano è fatto di scatti in avanti e passi indietro, giravolte e riscoperte. Tutt’altro che una linea retta, quindi.
Adottando quest’ottica elastica, risulta dunque maggiormente agevole concepire le fiabe come elementi narrativi che contengano in nuce elementi storici. Partendo magari da questi ultimi per indagare questioni ritenute proprie unicamente dell’ambito mitologico.
Il divulgatore storico Riccardo Dal Monte, in questo senso, porta un esempio molto calzante. Il professore imolese, infatti, apre la sua consueta “passeggiata nella storia”, evento divulgativo all’aperto questa volta dedicato appunto alle fiabe, citando Heinrich Schliemann.
Come molti sapranno, si tratta dell’archeologo tedesco che scoprì le vestigia dell’antica città di Troia, nell’Ellesponto. I suoi sforzi, prima di tale ritrovamento, furono tuttavia accompagnati da diffuso scetticismo.
Proprio da questo snodo cruciale parte Dal Monte per il suo nuovo viaggio divulgativo. Un modo per incoraggiare sin da subito i partecipanti ad essere intellettualmente aperti.
Uno sforzo, se così si può definire, tuttavia ben ripagato. Il professore illustra in maniera dettagliata la commistione tra certi eventi storici e la loro progressiva evoluzione in fiabe.
I presenti possono ad esempio apprendere le radici concrete de “Il pifferaio magico”. Nella tradizione della città di Hamelin, Bassa Sassonia, sono infatti ancora presenti elementi che riguardano un evento luttuoso legato ad un ampio numero di bambini.
Altrettanto degno d’interesse è l’approfondimento su Barbablù. Ovvero un efferato assassino favolistico che si rifà, però, alla figura autenticamente esistita del barone Gilles de Rais.
E come non citare Biancaneve? Oggetto di polemiche a causa dell’ultimo scempio perpetrato dalla Disney, anche questo personaggio pare ispirato a figure realmente esistite.
Riccardo Dal Monte, in sostanza, offre una panoramica culturalmente interessante, che ridiscute quella cesura troppo netta che divide storia e folklore. Un punto di vista stimolante, e per certi versi necessario in un contesto sociale incredulo in merito a ciò che non può materialmente sperimentare.