Quo vadis: Germania-Russia, le affinità elettive

“Le affinità elettive” è un romanzo di Johann Wolfgang von Goethe che narra di una coppia di amanti. In estrema sintesi, i due, Edoardo e Carlotta, hanno una particolare complementarietà che però, tanto per questioni personali quanto esterne, non trova mai una quiete.

Il fatto che sia un racconto nato in ambito tedesco è una curiosa coincidenza, o forse no. Perché esso descrive perfettamente, per certi versi, il complicato rapporto tra Germania e Russia.

Rapporto mutevole, fatto di sodalizi in alcuni periodi e ostilità in altri. Alleati contro il francese Napoleone e avversari in due guerre mondiali.

Per una Guerra dei Sette Anni in cui furono nemiche c’è Caterina la Grande imperatrice di Russia nata in Pomerania, ieri Prussia e oggi Polonia. E per una spartizione proprio della Polonia c’è una tensione tra imperi a causa della politica di Bismarck sui Balcani.

L’elenco di per sé sarebbe lungo, dalla Lega dei Tre Imperatori sino all’attuale sostegno tedesco all’Ucraina. Già così però rende l’idea di quanto da tempo i due popoli si cerchino.

In tutte le storie d’amore che si rispettino, tuttavia, c’è un terzo incomodo. Può essere un innamorato respinto o, come in questo caso, un oppositore di tale unione che trama nell’ombra.

Anzi, non tanto nell’ombra, visto che il suo pensiero è stato reso candidamente manifesto attraverso dei saggi. Ma andiamo con ordine.

Halford John Mackinder è stato, nell’Ottocento, uno dei precursori della geopolitica. E, nella sua trattazione, divide il mondo in quattro grandi aree.

Nello specifico, secondo il geografo e politico britannico il mondo è composto da Cuore della Terra (centro dell’Eurasia), Isola-Mondo (Eurasia sommata all’Africa), Cintura periferica (fasce costiere attorno al Cuore) e resto del mondo.

Addentrandoci maggiormente nella questione, scopriamo che Mackinder esplicita: “Chi controlla l’Europa dell’Est controlla il Cuore della Terra. Chi controlla il cuore della Terra controlla l’Isola-Mondo. Chi controlla l’Isola-Mondo controlla il mondo”.

In sostanza, dunque, il geografo dimostra quindi che l’egemonia globale si raggiunge dividendo il continente eurasiatico. In particolare, appunto, Germania e Russia.

Mackinder infatti temeva un’alleanza tra le due, soprattutto nell’ottica di mantenimento del potere da parte dei giganti anglofoni. Nel suo pensiero, infatti, le risorse industriali tedesche e quelle territoriali russe avrebbero creato un impero potenzialmente invincibile.

È quindi illogico ritenere che nel tempo alcune politiche delle potenze anglofone siano state basate su questa teoria, e volte dunque a intasare il canale russo-tedesco? Il buon senso suggerirebbe di no.

Anzi, in realtà non serve nemmeno teorizzare, ci sono già prove certe. Basti pensare, nella fattispecie, a quanto nel 1989 gli USA volessero una Germania unita non neutrale ma incastonata saldamente nella NATO, o alle contestazioni statunitensi sulla dipendenza energetica dalla Russia.

Come si diceva, però, tra Germania e Russia l’interrelazione è forte da secoli. Un amore che ha avuto anche punti di odio, certo, ma questo è tipico di tutti gli amori che si rispettino.

Dunque, anche alla luce della declinante influenza di Londra e della permanente isteria di Washigton, è naturale pensare che il matrimonio russo-tedesco, ancorché nel lungo periodo, s’avrà da fare. Troppi, poter essere ignorati, sono infatti gli abbracci reciproci nella storia.

Che poi tale sposalizio generi il futuro egemone mondiale, al momento ancora non abbiamo gli elementi per dirlo con certezza. Certo, tenendo presente l’analisi di Mackinder non lo si può affatto escludere.

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