Nunziante e Zalone, attenti a quei due!

Come Ross Brawn che si ricongiunge con Michael Schumacher, Antonio Conte con Romelu Lukaku, come Doc Rivers con Paul Pierce. Il ricomporsi della coppia Gennaro Nunziante-Checco Zalone ha il sapore qui di quel “già visto” che però promette di sbancare ancora il botteghino.

La separazione tra i due, motivata (pare) dalla volontà del comico di un’avventura solitaria alla regia, non è stata comunque deludente. Qua e là qualcuno parla di “flessione”, ma è per certi versi inappropriato.

L’affluenza di pubblico per Tolo Tolo fu infatti come sempre numerosa: il film infatti ancora oggi è il sesto di sempre per incassi totali in Italia, dietro a Quo vado? e Sole a catinelle, ma pur sempre davanti a Che bella giornata. È chiaro poi che su tale analisi penda anche un punto interrogativo legato alle ben note vicende del 2020.

Da allora Zalone ha realizzato qualche videoclip, sempre legato all’attualità, ed è stato a teatro ed in tv con lo spettacolo Amore+IVA. Neanche l’ombra, invece, del cinema.

Che invece è quello che ha frequentato con continuità Gennaro Nunziante, seppur con risultati modesti. Dopo il già menzionato Quo vado? del 2016, il regista pugliese ha infatti cercato di ripetersi lavorando con Fabio Rovazzi (Il vegetale, 2018) prima e con Pio e Amedeo (Belli ciao, 2022, e Come può uno scoglio, 2023) poi.

Le trecollaborazioni hanno tuttavia prodotto frutti ben al di sotto delle attese. E se è vero che suo ultimo lungometraggio, Io sono la fine del mondo con Angelo Duro, al momento al botteghino sta andando molto bene, tuttavia non convince la critica da un punto di vista narrativo.

Ma cosa dobbiamo aspettarci, in sostanza, dal ritorno di questo sodalizio artistico? Verosimilmente, la medesima ricetta vincente, quella che ha sempre parlato dell’Italia in modo irriverente ma autentico.

Sul tema, beh, quello dipenderà dalle cronache. La coppia ha infatti dato il meglio di sé nel momento in cui ha attinto ai temi caldi della società italiana, e costruito film che polarizzavano due posizioni differenti al fine di criticarle entrambe.

Ritorno del fascismo? Sanità? Ideologia woke? Intelligenza artificiale? Guerra? Tutte ipotesi plausibili, così come altre che oggi non sono all’ordine del giorno ma che potranno emergere nel futuro prossimo.

Ciò che invece sembra abbastanza evidente è un bene che Nunziante e Zalone tornino a lavorare insieme. Per loro, certo, ma soprattutto per il pubblico italiano, che ha bisogno di quella comicità leggera ma ricca di spunti di riflessione che i film dei due artisti pugliesi hanno sempre saputo regalare.