Il papa. Figura contestata o oggetto di devozione, criticato o elogiato a seconda di quello che dice, che scrive o che fa.
Va da sé che il Vicario di Cristo, leader dell’unica istituzione autenticamente eterna rispetto alle potenze mondane destinate presto o tardi all’obsolescenza, il cinema ha dedicato molto interesse. E in un modo o nell’altro, così facendo, ha contribuito a mantenerne viva l’importanza agli occhi della società civile globale.
Il più presente, il più iconico, è chiaramente Giovanni Paolo II, che è stato raccontato al cinema sin dall’inizio dal suo mandato. E fu in fondo un approdo per certi versi naturale, per uno che da giovane era considerato una delle grandi promesse attoriali del panorama teatrale polacco.
A Karol Wojtyla sono stati dedicati, nello specifico, Giovanni Paolo II , Karol: un uomo diventato papa, Karol: un papa rimasto uomo, Non abbiate paura: la vita di Giovanni Paolo II, e Da un paese lontano-Giovanni Paolo II. A questi titoli va poi aggiunto, visto che ne è coprotagonista, Non avere paura-Un’amicizia con Karol Wojtyla.
Meno naturale, ma comprensibile vista la sua peculiare vicenda, era invece l’insieme di rappresentazioni che hanno visto protagonista papa Francesco. Su quest’ultimo sono stati girati Chiamatemi Francesco-Il papa della gente di Daniele Luchetti, l’argentino Francisco-El padre Jorge e la miniserie Francesco-Il papa ribelle .
Allo stesso modo è stato molto rilevante lo spazio per Giovanni XXIII, in un ideale trittico dei papi più “pop” (absit iniuria verbis). Roncalli è stato infatti rappresentato in Ioannes XXII, Il papa buono-Giovanni XXIII e il più autoriale, di Ermanno Olmi, E venne un uomo.
Ma la cinematografia dei pontefici, a parte questi tre “pesi massimi”, come accennato non si ferma qui. Già nel 1952, infatti, Umberto Scarpelli ha portato in scena papa Pio X in Gli uomini non guardano il cielo.
Ma è all’inizio del nuovo millennio stata una vera e propria esplosione di biopic dei papi. In rapida sequenza sono stati infatti girati Paolo VI-Il papa nella tempesta, Papa Luciani-Il sorriso di Dio, Sotto il cielo di Roma su Pio XII e il docufilm Pio XI-Il papa che vide il futuro.
Sempre su papa Pacelli, più recentemente, è uscito Sfumature di verità. In questo caso si tratta di un film che non ha raggiunto il grande pubblico, forse anche per l’aver affrontato in maniera abbastanza diretta, racconta chi ha avuto modo di vederlo, il rapporto tra Pio XII e l’ebraismo.
Ma oltre ai biopic, naturalmente, è presente anche la fiction. Spiccano in questo senso The Young Pope e The New Pope, firmate da Paolo Sorrentino, così come finisce nella fiction (ma qualcuno crede sia vero) anche I due papi di Netflix.
Naturalmente, però, non vanno dimenticati né L’uomo venuto dal Cremlino né Habemus papam di Nanni Moretti.Di più difficile collocazione, invece, Conclave, che non tratta tanto il ruolo del papa quanto le dinamiche dell’elezione di quest’ultimo.
Insomma, per essere il leader di un’istituzione data per moribonda, la figura del pontefice pare in realtà suscitare ancora interesse e dibattito, anche attraverso le arti, soprattutto il cinema che rimane la più potente. D’altro canto, non è forse vero che “morto un papa se ne fa un altro”?