Nel gergo di internet verrebbe definito “based”, “basato”. Il termine sta a significare una persona coraggiosa, che non ha paura di dare un’opinione controcorrente.
Ecco, pur parlando con tono pacato e sobrio, il cardinale Müller è decisamente, pur senza cercarlo esplicitamente, un “basato”. Perché dice le cose come stanno, lucidamente e senza panegirici.
Il libro-intervista “In buona fede-La religione nel XXI secolo” ne è, in tal senso, una testimonianza su carta. In questa conversazione con la vaticanista, Franca Giansoldati, il porporato di Magonza offre infatti sempre un’opinione limpida, netta, senza sconti.
Ne sia esempio la trattazione del tema del nazismo, ferita aperta della sua terra natale. Con lucidità, Müller sviscera infatti l’ideologia nazionalsocialista da un punto di vista sia storico che teologico.
L’analisi del cardinale tedesco risulta poi alquanto centrata anche in merito alle sfide odierne del cristianesimo. Nichilismo, ateismo, secolarismo, transumanesimo, elitarismo economico: tutte sfide a cui l’uomo chiede che la Chiesa dia una risposta.
Müller però non si ferma qui. Con grande chiarezza il prelato parla infatti anche di Covid, World Economic Forum, Great Reset, nuovi diritti e ambientalismo militante, e tratta tali argomenti dalla prospettiva del Vangelo e di rispetto della dignità umana.
Durante la conversazione, inoltre, prende progressivamente corpo un’analisi delle criticità del pontificato di Francesco. Una critica che però non assume affatto i contorni della disamina feroce ed unidirezionale.
Bisogna tenere presente, in questo senso, che il libro è uscito quando il pontefice argentino era ancora vivo. E dunque Müller, lungi dal lanciarsi in attacchi sul personale, anche nel volume mantiene l’atteggiamento sempre rispettoso della figura del papa allora in vita.
La sua valutazione, qui, verte piuttosto su alcune dinamiche “di rottura” portate da Francesco, e sui loro effetti. Il porporato di Magonza non punta il dito, ma piuttosto offre un quadro di quanto tali dinamiche abbiano portato disorientamento o abbiano stravolto il substrato del contesto precedente.
Essendo un figlio spirituale di Benedetto XVI, inoltre, Müller in diversi frangenti si sofferma anche sull’operato di Joseph Ratzinger, tanto come teologo quanto come Pastore della Chiesa universale. Ed anche qui non manca di lucidità.
Quello che ai più superficiali potrebbe sembrare un tentativo di apologetica è, in realtà, un’esposizione razionale. Più che difenderlo ex-post, Müller di Ratzinger preferisce infatti delineare un profilo trasparente del pensatore bavarese, contestualizzandone storicamente le ragioni.
Da questa molteplicità di temi che abbiamo sintetizzato emerge, alla fine, una critica che però non scade mai nella polemica sterile. E questo sicuramente perché la preoccupazione del porporato di Magonza è anzitutto il depositum fidei.
L’ex-prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede mette infatti al centro del dibattito l’autentico spirito evangelico. È quest’ultimo che deve guidare le riforme strutturali della Chiesa, e non il contrario, come invece il mondo secolarizzato vorrebbe.
“In buona fede-La religione nel XXI secolo” non si declina, dunque, in una raccolta di critiche che vogliono alimentare un clima di negatività. Al contrario, attraverso le pagine del libro Müller pone in essere certe questioni contemporanee al solo scopo di offrire risposte alla luce del Vangelo.
Un volume dunque di assoluto valore, che merita di essere approfondito anche solo per la chiarezza delle risposte. Un volume che potremmo definire basato. Ma basato su Cristo, beninteso.