Ieratico, annoiato, narcisista. Ma anche dotato di un eloquio ricco e suadente, accompagnato da un tono pacato ma fermo.
Veste e articola le parole in modo distinto, e si intrattiene con Marylin Manson e Sharon Stone. Poi però si rivolge ai fedeli in piazza San Pietro dicendo loro: “Io sono uno di voi”.
C’è qualcosa di magnetico nel personaggio di sir John Brannox, salito al sorrentiniano soglio di Pietro con il nome di Giovanni Paolo III. È quasi una sorta di contraddittoria empatia snob.
Un nobile inglese ritiratosi a vita privata, seguace del cardinale John Henry Newman, che si fa carico del ministero della Chiesa dopo due rivoluzioni finite in altrettanti fallimenti. Uno che accetta il papato unicamente per rispondere ad una crisi altrui, non per senso di missione personale.
Eccessi blasfemi a parte, ma su quelli si può passare oltre con devota pazienza, “The New Pope” di Paolo Sorrentino ha sicuramente introdotto un personaggio affascinante e per certi versi istruttivo. E che, però, verosimilmente non esisterà mai.
Certo, da lontano potrebbe ricordare Benedetto XVI. In particolare, gli aspetti che sembrano rifarsi a Joseph Ratzinger sono la mancanza di ambizione e l’attitudine al profilo basso, al tenersi a distanza dalle luci della ribalta.
E poi, ovviamente, quel nome pontificale. Un “Giovanni Paolo” che rimanda direttamente al Concilio Vaticano II, di cui l’allora perito Ratzinger fu protagonista, ma da dietro le quinte.
Ecco, proprio qui sta la questione. Perché appunto, il doppio nome “Giovanni Paolo” è un unicum derivato proprio dal Concilio.
I due pontefici del Vaticano II furono, come si sa, Giovanni XXIII e Paolo VI. Dopo quest’ultimo, ad essere eletto fu Albino Luciani, che omaggiò i due immediati predecessori adottando, appunto, un nome pontificale doppio.
Il pontificato del papa veneto concluso in un solo mese portò poi all’elezione di Karol Wojtyla, la cui intenzione pare fosse quella di adottare il nome di Stanislao. Stando a quanto si racconta, tuttavia, gli venne chiesta la disponibilità a chiamarsi Giovanni Paolo II, perché il popolo italiano si era affezionato, in quel fatidico mese, al carattere amabile di Luciani.
Prima di Luciani e Wojtyla, dunque, in duemila anni di storia non era mai esistito un pontefice che avesse adottato un doppio nome. Ed anche dopo, come abbiamo visto, si è ripresa la tradizione del nome singolo.
Ecco perché, se è verosimile che prima o poi (ma i tempi non sono ancora maturi), si affacci sul soglio di Pietro un Pio XIII, sembra invece alquanto improbabile che ci possa essere un Giovanni Paolo III. Ciò lascerebbe dunque al solo ieratico John Brannox il privilegio di aver portato tale nome.
Poi certo, è vero che la Chiesa durerà in eterno. Va da sé , dunque, che si fa sempre in tempo ad essere smentiti.