Un po’ Non ci resta che piangere, un po’ Canto di Natale. Ma soprattutto molto, molto Ficarra e Picone.
Uscito nel 2019, Il primo Natale è un film capace di offrire spunti intelligenti per riflettere su quanto circonda la Natività di Cristo. E questo senza scadere, però, in uno sviluppo didascalico.
La presenza del duo comico siciliano aiuta infatti ad alleggerire l’atmosfera, prestando tuttavia sempre attenzione a non banalizzarla o ridicolizzarla. Ed anzi, alcune gag parossistiche sembrano quasi avere la funzione di evidenziare l’importanza del racconto.
Un racconto che si sviluppa in un improbabile ritorno al passato di un altrettanto improbabile duo composto da un parroco timido e da un ladro maldestro. E già qui ci sarebbero le premesse per una gustosa commedia.
Ficarra e Picone, tuttavia, non si limitano però a ripercorrere le tracce di Benigni e Troisi nel già citato Non ci resta che piangere. Il loro lungometraggio è anzi un’acuta disamina sul Natale stesso.
Tra una gaffe con San Giuseppe e un’invenzione della tombola, infatti, Il primo Natale offre spunti sulla natura della festa stessa. Non solo per chi la celebra, ma anche per chi, invece, la osteggia.
A campeggiare su tutti è infatti la figura di Erode. Un Erode potente, vanesio, geloso del proprio potere mondano e impaurito dalla possibilità di perderlo.
Un Erode che è epigono di tutti gli Erode che erano venuti prima e sono venuti dopo. E Cristo, che non si è incarnato per dominare ma a dare la sua vita in riscatto per tutti, è una risposta proprio a questa logica di avidità.
Una logica che era in realtà, in piccolo, anche quella di Salvo, il ladro. Facendo però questa insolita esperienza in Terra Santa, quest’ultimo piano piano scopre cosa significhi affidarsi a Dio.
E così invece, al contrario, il parroco Valentino abbandona l’ingenuità iniziale e si fa un po più astuto, e più proattivo. Più vicino, per certi versi, all’ora et labora di San Benedetto da Norcia.
In questo modo, i due si avvicinano, fondendosi per riuscire a superare gli ostacoli della curiosa missione. Una coppia di singoli che, per uno scherzo della Provvidenza, si fa fronte unico.
Il primo Natale è dunque una visione scanzonata ma non superficiale del significato più profondo della Natività. Ovvero un modo altrettanto significativo per riflettere sul cuore di una festa la cui natura spesso si confonde nel dilagante materialismo della società dei consumi occidentale.

