Quo vadis: riconversione all’inglese

“I buoni vincono, i cattivi perdono, e come sempre l’Inghilterra domina”. A ben guardare, l’attuale tensione sociale nel Regno Unito è tale da ricordare lo scenario manicheo di “V per Vendetta”.

Ricapitoliamo rapidamente. Il premier Keir Starmer cammina sulle uova tra spie cinesi graziate per non irritare Pechino, manifestazioni per il rimpatrio degli stranieri, riarmo condito da dichiarazioni bellicose verso la Russia e riconoscimento dello Stato di Palestina.

Nel mentre, con il suo avvallo, si delinea un presente surreale per i cittadini britannici. Negli ultimi due anni oltremanica si sono infatti visti la guerra ai pub per la vendita di alcolici e tabacco oppure essere il rischio di carcere con pene assai lunghe per “istigazione all’odio”.

Aprire la questione cristianesimo significa poi scoperchiare un vaso di Pandora. Come non inorridire, infatti, di fronte allo spettro delle condanne per e veglie silenziose per la vita, possibili addirittura per preghiere tra le mura domestiche?

O come non indignarsi per i pazienti non terminali che vengono lasciati morire contro la propria volontà? E se persino i “Racconti di Canterbury” vengono segnalati dall’Università di Nottingham per le “espressioni di fede cristiana”, significa che si è toccato un punto di non ritorno.

Una dimensione decisamente orwelliana, e che anzi per certi versi va oltre l’immaginario delineato dal grande scrittore britannico. E nonostante ciò, si intravede ugualmente un barlume di speranza.

È infatti dell’aprile 2025 la notizia che, nel Regno Unito, i cattolici sarebbero vicini a superare in numero gli anglicani. E sarebbe la prima volta dallo scisma del 1527 di Enrico VIII.

Chiaramente quando ci si muove su questioni di numero è sempre opportuno prestare cautela. Tuttavia, gli studi sempre più numerosi in tal senso parrebbero confermare questa tendenza.

Ad essere più coinvolta sarebbe in particolare la Generazione Z, ovvero quella dei nati tra il 1997 ed il 2012. Una predilezione che è andata ad erodere l’adesione alla Chiesa anglicana.

I motivi? Verosimilmente l’appiattimento di quest’ultima verso l’allure mondana. E non è un caso che a crescere siano stati, sempre secondo tali recenti studi, anche i non appartenenti ad alcuna fede.

In tempi incerti e di grandi ostilità a livello internazionale, i britannici hanno dunque scelto o di abbandonarsi completamente allo zeitgeist o di cercare punti di riferimento nella tradizione e nella preghiera. L’ibrido non è dunque più contemplabile.

E gli anglicani sono appunto quell’ibrido. Specie per una profonda divisione interna, certamente esplosa negli ultimi tempi ma che ha iniziato a germogliare negli ultimi vent’anni.

C’è una parte, la più progressista, che è quella che ha scelto Sarah Mullay come nuovo arcivescovo di Canterbury. Una piena assonanza con lo spirito del mondo che la allontana però dal vero Cristo.

Quella più tradizionalista è quella che invece da tempo guarda a Roma come ad un punto di riferimento. E non è un caso che già nel 2009 Benedetto XVI avesse aperto una via istituzionale per accogliere gli anglicani che non si rispecchiavano in istanze già presenti all’epoca.

Il quadro dunque è chiaro. Il Regno Unito è spaccato socialmente al proprio interno, e la tutela del debole sta diventando motivo di repressione delle libertà individuali.

In tale asfittico contesto, molti tuttavia vedono nel cattolicesimo un seme di speranza, e una via di consolazione. E in fondo, l’affermazione della verità di fronte alle ingiustizie non è forse l’insegnamento che si trae dal V per Vendetta menzionato all’inizio?

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