Sinisa, l’uomo

Avvenuta quasi due anni fa, eppure ancora si fa fatica a capacitarsi della prematura scomparsa di Sinisa Mihajlovic. Forse perché è stato un eroe sportivo per un’intera generazione, o forse perché ha rappresentato quell’ideale di uomo senza compromessi e divisivo a cui molti aspirano.

È stato per certi versi propedeutico, in questo senso, immergersi nella lettura del libro Sinisa, mio padre, della figlia Viktorjia. Volto televisivo prima e produttrice Mediaset attualmente, nel 2020 la giovane aveva dato alle stampe questo volume autobiografico.

“Va beh, il solito libro che pubblicato per il cognome, ma senza un reale costrutto”, potrebbe essere il commento istintivo. Si tratterebbe tuttavia di una chiave di lettura superficiale: quello che ne è uscito, infatti, è un volume intimista, sull’altro lato della medaglia, quello nascosto alle telecamere.

A memoria, infatti, non viene in mente nessuna produzione artistica (letteraria, video, ecc.) che abbia approfondito in maniera così empatica il lato domestico di un personaggio mediaticamente esposto. Una prospettiva importantissima, in quanto aiuta a capire che anche lo star system è composto, in fondo, di persone.

Persone più o meno vere, come d’altronde se ne incontrano anche nella vita di tutti i giorni. Lungi da noi giudicare in maniera dozzinale, ma Sinisa, mio padre sembra proprio collocare Mihajlovic nella schiera dei primi. Leggere per credere.