L’utopia dell’Europa cristiana

La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma – dall’incontro tra la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma. Questo triplice incontro forma l’intima identità dell’Europa. Nella consapevolezza della responsabilità dell’uomo davanti a Dio e nel riconoscimento della dignità inviolabile dell’uomo, di ogni uomo, questo incontro ha fissato dei criteri del diritto, difendere i quali è nostro compito in questo momento storico”.

Era il 22 settembre del 2011, e l’allora pontefice Benedetto XVI così si rivolse al Parlamento della Germania, sua terra natale. Il ricordo del triplice incontro che ha contribuito a formare la storia e la cultura europee già allora si stava via via facendo più opaco, quasi fosse un passato imbarazzante di cui disfarsi progressivamente.

A tredici anni di distanza, la situazione è addirittura peggiorata. La Grecia, già allora tremebonda, è stata colpita ripetutamente colpita in maniera sadica attraverso l’economia, strozzata e costretta a tagliare servizi essenziali per la persona, ed anche l’Italia è andata incontro a tempeste che solo il suo rango internazionale le hanno permesso di superare semi-indenne (dove quel “semi-” è da intendersi in maniera molto ampia).

Del cristianesimo, invece, proprio nessuna traccia. Anzi, l’ultima legislatura, quella della cosiddetta “maggioranza Ursula” non ha lesinato sforzi nell’assecondare le peggiori istanze anti-cristiane proposte dallo zeitgeist attuale.

Dove la Chiesa propone la via della pace l’UE sceglie la belligeranza, dove la Chiesa propone il sostegno agli ultimi di stampo francescano l’UE sceglie il liberismo darwinista, dove la Chiesa propone un’attenzione al Creato rispettosa dell’essere umano l’UE sceglie l’implementazione di nocive politiche green, dove la Chiesa ricorda la sacralità della vità l’UE sceglie di intervenire per la soppressione di quest’ultima, all’inizio o alla fine.

Il Partito Popolare Europeo, nato su impulso della DC italiana, la CDU tedesca, il CDS francese per poter governare si trova così a snaturarsi, andando dietro ad un’agenda dettata sostanzialmente da social-democratici e liberal-democratici. Entrambe le compagini alle elezioni europee del 2024 hanno perso seggi a favore dei conservatori, e l’avanzata della sinistra più ortodossa, in questo senso, offre l’opportunità di una sterzata rispetto alle ultime tendenze.

Ciononostante un’Europa che agisca riscoprendo la sua anima cristiana, se non a livello strettamente confessionale quantomeno da un punto di vista morale, sembra parimenti rimanere un’utopia. La polarizzazione a destra e a sinistra, infatti, allontana la possibilità di tenere insieme le istanze sociali e quelle etiche, necessarie invece per tradurre per quanto possibile il messaggio evangelico in azione concreta.